CONCORSO NAZIONALE DI POESIA “CITTA’ DI SANT’ANASTASIA”
VII EDIZIONE 2008/2009
Regolamento
Art. 1 – L’Associazione “IncontrArci” di Sant’Anastasia (Napoli), con il Patrocinio del Comune di Sant’Anastasia Assessorato alla Cultura, della Provincia di Napoli e dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, indice la Settima Edizione del Concorso Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia”, al quale potranno partecipare tutti i cittadini residenti in Italia o all’estero (purché l’elaborato sia in lingua italiana).
Art. 2 – Sono previste due sezioni:
Sez. A – Elaborati in lingua italiana a tema libero, inediti e mai premiati, di massimo 50 versi ciascuno.
Sez. B – Elaborati in lingua italiana o vernacolo napoletano, ispirati al tema: “L’ambiente e il territorio vesuviano”, inediti e mai premiati, di massimo 50 versi ciascuno.
Art. 3 – E’ possibile la partecipazione ad entrambe le sezioni con al massimo 2 (due) elaborati per ciascuna sezione, da presentare in 6 copie, di cui una soltanto dovrà riportare in calce: nome e cognome, data e luogo di nascita, indirizzo, recapiti telefonici ed eventuale e-mail, indicazione della sezione prescelta, dichiarazione di autenticità e dichiarazione attestante che l’opera è inedita e non è mai stata premiata in altri concorsi alla data della presentazione. E’ gradito ma non necessario un breve curriculum letterario dell’autore.
Art. 4 – Si richiede un contributo di partecipazione di Euro 10,00 (Dieci/00), da versare su c.c.p. nr. 63401236 intestato all’Associazione “IncontrArci”, con causale: Concorso di poesia Città di Sant’Anastasia VII Edizione.
Il versamento del contributo di euro 10 permetterà la partecipazione ad una o ad entrambe le due sezioni previste. Fotocopia del versamento dovrà necessariamente essere allegata agli elaborati.
Art. 5 – Il plico contenente gli elaborati e la ricevuta del versamento dovrà essere spedito al seguente indirizzo:
SEGRETERIA DEL CONCORSO NAZIONALE DI POESIA “CITTA’ DI SANT’ANASTASIA”, PRESSO UFFICIO POSTALE DI MADONNA DELL’ARCO,
80048 MADONNA DELL’ARCO (Napoli),
entro il 15 gennaio 2009 (farà fede il timbro postale di partenza), od anche alla Sede del Circolo “IncontrArci”. E’ anche possibile l’invio per posta elettronica all’indirizzo circolo-lett-anastasiano@hotmail.it
In questo caso si dovrà allegare anche la fotocopia dell’avvenuto versamento, oppure indicarne gli estremi.
Gli elaborati non saranno restituiti. L’Organizzazione non risponde di eventuali disguidi postali o mancati recapiti.
Art. 6 – Sono previsti i seguenti premi:
Per la Sez. A: 1° premio Euro 600; 2° premio Euro 350; 3° premio Euro 250.
Per la Sez. B: Targhe ai primi tre classificati.
Eventuali premi speciali, in denaro.
Saranno inoltre conferiti altri riconoscimenti consistenti in manufatti in rame dell’artigianato locale, libri e pubblicazioni artistiche. Diplomi con motivazioni per i premiati e i segnalati. Attestati di partecipazione per i poeti presenti alla cerimonia di premiazione. Non saranno attribuiti premi ex–aequo.
Sarà estrapolata una graduatoria a parte per tutti i partecipanti giovani e ragazzi, e per i partecipanti locali, ai quali sarà conferito un particolare riconoscimento. Tali graduatorie non precludono il partecipante giovane o locale a poter eventualmente meritare i premi e i riconoscimenti previsti per le due sezioni principali A e B.
Art. 7 – E’ prevista l’eventuale stampa di un opuscolo con le poesie premiate e le motivazioni. Tale opuscolo sarà distribuito gratuitamente durante la cerimonia di premiazione.
Art. 8 – I nomi dei componenti della Commissione esaminatrice, il cui giudizio è insindacabile e inappellabile, verranno resi noti il giorno della premiazione, che si terrà in Sant'Anastasia in giorno e luogo da stabilirsi (entro il mese di aprile 2009). Soltanto i premiati ed i segnalati saranno avvisati. Gli altri partecipanti potranno conoscere i risultati del concorso sul sito: http://concorsopoesiasantanastasia.blogspot.com/ e sugli altri siti letterari, oppure telefonando in Segreteria.
I premi dovranno essere ritirati direttamente dagli interessati. Soltanto in caso di seria e comprovata indisponibilità, è ammessa la delega per iscritto. In caso contrario, i premi non verranno consegnati né spediti.
Ai sensi dell'art. 10 della L. 675/96, si assicura che i dati personali relativi ai partecipanti saranno utilizzati unicamente ai fini del Concorso.
Per eventuali informazioni, è disponibile la Segreteria (Tel. 081.5301490) il martedì e il venerdì dalle ore 21.30 alle ore 23.00; e-mail: circolo-lett-anastasiano@hotmail.it.
La Segreteria ringrazia tutti coloro che vorranno diffondere la notizia del presente Concorso di Poesia.
Si prega di non attendere gli ultimi giorni per l’invio degli elaborati, onde facilitare il compito della Segreteria e della Giuria.
ALBO D’ORO
I Ediz. 2002
Sez. A: Clara Di Stefano
Sez. B: non assegnato.
II Ediz. 2003
Sez. A: Salvatore Cangiani
Sez. B: Giovanni Caso
III Ediz. 2004
Sez. A: Armando Saveriano
Sez. B: Salvatore Cangiani
IV Ediz. 2005/2006
Sez. A: Gennaro Grieco
Sez. B: Vincenzo Russo
V Ediz. 2006/2007
Sez. A: Carmen De Mola
Sez. B: Armando Saveriano
Sez. Giovani: Alessandro Nannini
Sez. Sant’Anastasia: Massimo De Mellis
VI Ediz. 2007/2008
Sez. A: Giovanni Bottaro
Sez. B: Agostina Spagnuolo
Sez. Giovani: Vanina Zaccaria
Sez. Sant’Anastasia: Alessandra Mai
Storia del Premio, le Edizioni del Premio, con i risultati, le poesie premiate e notizie varie
ISTITUZIONE DEL PREMIO
Il Concorso Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia” è nato nel 2001: in quell’anno, infatti, si sono poste le basi ed è iniziato il lungo percorso organizzativo che si è poi concretizzato nella cerimonia di premiazione della prima edizione, che si è svolta nell’aprile del 2002.
L’idea di dar vita ad un concorso di poesia a livello nazionale è nata in seno all’Associazione “IncontrArci” di Sant’Anastasia, per incrementare le sue già numerose iniziative di carattere sociale e culturale sul territorio, allo scopo di tutelare e diffondere valori storici e folkloristici del luogo, come ad esempio la Sagra dell’albicocca. Mancava un evento culturale che potesse inserire anche la nostra cittadina nel particolare ambito letterario nazionale, come già molti Comuni italiani si prodigano a realizzare, perché la letteratura, e la poesia in particolare, rappresenta un aspetto senz’altro nobile, seppur di nicchia, della cultura contemporanea, aspetto e attività che contribuiscono verosimilmente alla crescita civile e morale di ciascuno e dell’intera comunità cittadina.
Il progetto del nostro concorso di poesia fu quindi bene accolto dall’Amministrazione Comunale di Sant’Anastasia di quel periodo, che lo fece proprio, promuovendolo e patrocinandolo interamente. È stato così possibile realizzare, anno dopo anno, diciannove edizioni del concorso, con una partecipazione di autori sempre molto numerosa (con cospicui contributi anche dall’estero). Accanto a poeti esordienti e dotati di un ottimo talento poetico, accanto ai poeti giovani, alle prime esperienze con i versi, ed accanto ai poeti locali che liberamente hanno aderito all’iniziativa, abbiamo trovato nomi prestigiosi nel campo della poesia contemporanea: poeti affermati e molto apprezzati, i cui nomi sempre figurano ai primi posti in classifica nei concorsi letterari nazionali.
La sezione dedicata all’ambiente e al territorio vesuviano, patrocinata moralmente dall’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, ha poi contribuito a valorizzare l’aspetto, la storia ed il folklore delle zone vesuviane, stimolando ed incoraggiando tutti i poeti partecipanti ad esprimere il loro “punto di vista poetico” su questi argomenti.
Con la Delibera del Consiglio Comunale nr. 22 del 10 maggio 2012, è stata approvata l'Istituzionalizzazione del Concorso Nazionale di Poesia "Città di Sant'Anastasia", È stato un passo importante, che premia la costanza e l'impegno non solo degli organizzatori di questo peculiare evento culturale della nostra cittadina, proiettata ora a pieno titolo nel mondo letterario nazionale, ma anche dei nostri Amministratori che hanno saputo individuare anche in questo interessante appuntamento annuale con la poesia italiana, un momento significativo per l'affermazione e la diffusione della buona cultura, nonostante i mille problemi che impensieriscono la vita quotidiana di tutti.
Il concorso si è svolto regolarmente ogni anno, a partire dal 2002, ed attualmente è giunto alla XIX edizione. È in preparazione la XX Edizione, traguardo considerevole e di tutto rispetto.
A partire dalla XIX Edizione, l’Associazione “I colori della poesia” è subentrata all’Associazione “IncontrArci” nell’organizzazione e realizzazione del Premio.
Presidente e fondatore del Premio:
Giuseppe Vetromile.
Promozione e Patrocinio del Comune di Sant’Anastasia (Na).
Organizzazione e direzione artistica:
Associazione “I colori della poesia” (dalla XIX Edizione 2022).
mercoledì 1 ottobre 2008
giovedì 21 agosto 2008
VI EDIZIONE 2007/2008
RISULTATI DELLA VI EDIZIONE 2007/2008
Si è conclusa anche questa fase del concorso, al quale hanno partecipato 203 Autori con complessivi 415 elaborati, 375 per la sezione “A” a tema libero e 40 per la sezione “B” ispirata all’ambiente e territorio vesuviano. Si sono registrate adesioni da tutte le regioni d’Italia e anche dall’estero: Grecia, Inghilterra, Canada e Australia. Considerevoli anche le partecipazioni dei giovani e dei poeti locali.
La Giuria, composta da Ciro Carfora, Luisa Della Porta, Anna Gertrude Pessina, Enzo Rega e Gerardo Santella, coordinata da Giuseppe Vetromile, ha concluso le sue valutazioni stabilendo la seguente graduatoria di vincitori e segnalati:
Per la sezione A: 1° premio (Euro 500) al poeta Giovanni Bottaro, di Molino del Pallone (Bo); 2° premio (Euro 300) al poeta Giancarlo Interlandi, di Acitrezza (Ct); 3° premio (Euro 200) al poeta Armando Giorgi, di Genova. Seguono due premi speciali di euro 100 cadauno, che sono stati assegnati ai poeti Armando Saveriano, di Avellino, e Adolfo Silveto, di Boscotrecase (Na). Menzioni di merito a: Benito Galilea, di Roma; Carmen De Mola, di Polignano a mare (Ba); Giovanni Vesta, di Marcianise (Ce); Salvatore Cangiani, di Sorrento; Marco Righetti, di Roma. Sono stati poi segnalati altri dodici poeti.
Per la sezione B: 1° premio alla poetessa Agostina Spagnuolo, di Capriglia Irpina (Av); 2° premio al poeta Giovanni Caso, di Siano (Sa); 3° premio a Natasha Vernetti, di Pollena; segnalazioni a Rossella Tempesta di Napoli, Vitantonio Boccia di Terzigno e Anna Bartolomucci di Napoli.
La sezione “Giovani” è stata vinta dalla poetessa Vanina Zaccaria, di Volla, seguita da Costanza Piermartini, di Gambassi Terme (Fi), e da Raffaele Liguoro di Sant’Anastasia.
Miglior poeta locale, di Sant’Anastasia, è risultata la giovane promessa Alessandra Mai.
La cerimonia di premiazione è prevista per sabato 19 aprile alle ore 17 presso la sede della Biblioteca, Centro Polifunzionale “G. Siani” in via Arco, Sant’Anastasia.
Il Circolo “IncontrArci” di Sant’Anastasia, che ha organizzato il concorso avvalendosi della fattiva collaborazione di Giuseppe Vetromile, insieme alla Giuria che ha valutato le opere partecipanti, esprime la massima soddisfazione per l’esito di questa sesta edizione, per la notorietà ormai acquisita, e per la qualità sempre più elevata dei testi poetici, specialmente degli autori giovani e locali.
Si ringrazia l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio e la Provincia di Napoli Assessorato alla Pubblica Istruzione, per il Patrocinio morale concesso e per la donazione di libri e altre pubblicazioni artistiche da offrire ai premiati.
“IncontrArci” ringrazia infine tutti i Partecipanti che hanno inviato le loro poesie (anche da luoghi lontanissimi), ed inoltre ringrazia i soci, gli amici, gli operatori culturali e quanti hanno contribuito e incoraggiato questo importante evento cittadino.
La Giuria, composta da Ciro Carfora, Luisa Della Porta, Anna Gertrude Pessina, Enzo Rega e Gerardo Santella, coordinata da Giuseppe Vetromile, ha concluso le sue valutazioni stabilendo la seguente graduatoria di vincitori e segnalati:
Per la sezione A: 1° premio (Euro 500) al poeta Giovanni Bottaro, di Molino del Pallone (Bo); 2° premio (Euro 300) al poeta Giancarlo Interlandi, di Acitrezza (Ct); 3° premio (Euro 200) al poeta Armando Giorgi, di Genova. Seguono due premi speciali di euro 100 cadauno, che sono stati assegnati ai poeti Armando Saveriano, di Avellino, e Adolfo Silveto, di Boscotrecase (Na). Menzioni di merito a: Benito Galilea, di Roma; Carmen De Mola, di Polignano a mare (Ba); Giovanni Vesta, di Marcianise (Ce); Salvatore Cangiani, di Sorrento; Marco Righetti, di Roma. Sono stati poi segnalati altri dodici poeti.
Per la sezione B: 1° premio alla poetessa Agostina Spagnuolo, di Capriglia Irpina (Av); 2° premio al poeta Giovanni Caso, di Siano (Sa); 3° premio a Natasha Vernetti, di Pollena; segnalazioni a Rossella Tempesta di Napoli, Vitantonio Boccia di Terzigno e Anna Bartolomucci di Napoli.
La sezione “Giovani” è stata vinta dalla poetessa Vanina Zaccaria, di Volla, seguita da Costanza Piermartini, di Gambassi Terme (Fi), e da Raffaele Liguoro di Sant’Anastasia.
Miglior poeta locale, di Sant’Anastasia, è risultata la giovane promessa Alessandra Mai.
La cerimonia di premiazione è prevista per sabato 19 aprile alle ore 17 presso la sede della Biblioteca, Centro Polifunzionale “G. Siani” in via Arco, Sant’Anastasia.
Il Circolo “IncontrArci” di Sant’Anastasia, che ha organizzato il concorso avvalendosi della fattiva collaborazione di Giuseppe Vetromile, insieme alla Giuria che ha valutato le opere partecipanti, esprime la massima soddisfazione per l’esito di questa sesta edizione, per la notorietà ormai acquisita, e per la qualità sempre più elevata dei testi poetici, specialmente degli autori giovani e locali.
Si ringrazia l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio e la Provincia di Napoli Assessorato alla Pubblica Istruzione, per il Patrocinio morale concesso e per la donazione di libri e altre pubblicazioni artistiche da offrire ai premiati.
“IncontrArci” ringrazia infine tutti i Partecipanti che hanno inviato le loro poesie (anche da luoghi lontanissimi), ed inoltre ringrazia i soci, gli amici, gli operatori culturali e quanti hanno contribuito e incoraggiato questo importante evento cittadino.
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LE POESIE PREMIATE
Nel tocco rosso del tramonto
un punto di fuga cercando
lo sguardo arranca sul viale:
si fissa sul vertice del prisma
all’estremo (dove l’asfalto appena s’incurva)
oltre
– la base a rettangolo del solido d’aria –
non spazia la pupilla:
ai lati non zolla rugosa di terra
né un tutolo né culmi:
sospettoso attraversa
il mio campo visivo un uccello
se giro la testa sul collo
l’ocra dei fusti man mano si sfalda
s’allarga lo spazio tra i tronchi:
a destra a sinistra
un ramo uno stecco una foglia
in basso
sul catrame sbriciolata pigna
un’altra – in salvo – tra l’erba
i fossi un’orma la melma
in su portando la fronte
si dirada pian piano il verde
e un quadro grigio/celeste – più vasto –
mi sovrasta
macchiato di clorofilla
se col mio pino m’appartoscopro i minuti dettagli:
tele di ragno un insetto
segni di fuoco recente
sulla scorza della mia pianta:
rete di vene bluastre
screziata corteccia
una cicatrice radi i capelli
il vapore del mio respiro nel freddo
e l’inutilità – nel buio – dei miei occhi
nel rosso tocco del tramonto…
Giovanni Bottaro, Molino del Pallone (Bo)
1° Premio Sez. A
Motivazione:
La lirica, con buone immagini visive, coglie attimi e momenti del quotidiano e li traspone sulla dimensione del sublimare, laddove si spogliano di ogni consistenza materica e si caricano dell’immortalità delle piccole cose. Da queste “se col mio pino mi apparto / scopro i minuti dettagli”, “tele di ragno un insetto”, “sulla scorza della mia pianta”, “sul vapore del mio respiro nel freddo”, si distacca l’io narrante, cosciente interprete dell’Universo.
un punto di fuga cercando
lo sguardo arranca sul viale:
si fissa sul vertice del prisma
all’estremo (dove l’asfalto appena s’incurva)
oltre
– la base a rettangolo del solido d’aria –
non spazia la pupilla:
ai lati non zolla rugosa di terra
né un tutolo né culmi:
sospettoso attraversa
il mio campo visivo un uccello
se giro la testa sul collo
l’ocra dei fusti man mano si sfalda
s’allarga lo spazio tra i tronchi:
a destra a sinistra
un ramo uno stecco una foglia
in basso
sul catrame sbriciolata pigna
un’altra – in salvo – tra l’erba
i fossi un’orma la melma
in su portando la fronte
si dirada pian piano il verde
e un quadro grigio/celeste – più vasto –
mi sovrasta
macchiato di clorofilla
se col mio pino m’appartoscopro i minuti dettagli:
tele di ragno un insetto
segni di fuoco recente
sulla scorza della mia pianta:
rete di vene bluastre
screziata corteccia
una cicatrice radi i capelli
il vapore del mio respiro nel freddo
e l’inutilità – nel buio – dei miei occhi
nel rosso tocco del tramonto…
Giovanni Bottaro, Molino del Pallone (Bo)
1° Premio Sez. A
Motivazione:
La lirica, con buone immagini visive, coglie attimi e momenti del quotidiano e li traspone sulla dimensione del sublimare, laddove si spogliano di ogni consistenza materica e si caricano dell’immortalità delle piccole cose. Da queste “se col mio pino mi apparto / scopro i minuti dettagli”, “tele di ragno un insetto”, “sulla scorza della mia pianta”, “sul vapore del mio respiro nel freddo”, si distacca l’io narrante, cosciente interprete dell’Universo.
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Il sud non ha ali
E si ripete
il gemito d’agnelli nelle strade
l’eco chiassosa di civette
nelle valli
e ritorna il prato
a macchiarsi di papaveri
e a inorridire il fiore delle acacie.
E’ qui fra le ginestre
fiorite sulla ghiaia
è negli anfratti dell’agave selvaggia
che si nasconde il marchio
millenario dell’infamia.
Ma il sud non ha ali
per riscattarsi dai suoi mali
se non quelle dei suoi stracci
che stormiscono
al sole dell’estate.
E qui si muore e si rinasce
col piombo dentro il cuore
e un sasso fra le labbra
e non c’è mai nessuno
che gridi per lo scandalo
di queste morti ingiuste
all’ombra degli altari.
E’ qui fra queste pietre
dove la storia ancora si rinnega
e il nostro sogno millenario si raggruma
che rimbomba eternamente un grido
strozzato dentro l’anima.
E ancora scorre
un fiume d’ingiustizie sulle strade
sui solchi maledetti dell’infanzia
fra i giunchi genuflessi di speranze.
E non ci sono più chitarre
per cantare.
Il sud è stanco di aspettare
e non ha più ali
nemmeno per sognare.
Giancarlo Interlandi, Acitrezza (Ct)
2° premio Sez. A
Motivazione:
L’eterno distacco di un meridione dal corpo industriale e tecnologicamente più progredito del resto d’Italia e d’Europa, è visto e vissuto in questa lirica tipicamente realista, che ricalca i dolenti versi di uno Scotellaro o dello stesso Quasimodo (Lamento per il sud), tesi piuttosto a rivalutare e a rinvigorire una terra troppo spesso dimenticata, dove “fra le pietre la storia ancora si rinnega e il nostro sogno millenario si raggruma”. Ottimo il lessico e la struttura poetica, ricca di canto e ben ritmata.
L’eterno distacco di un meridione dal corpo industriale e tecnologicamente più progredito del resto d’Italia e d’Europa, è visto e vissuto in questa lirica tipicamente realista, che ricalca i dolenti versi di uno Scotellaro o dello stesso Quasimodo (Lamento per il sud), tesi piuttosto a rivalutare e a rinvigorire una terra troppo spesso dimenticata, dove “fra le pietre la storia ancora si rinnega e il nostro sogno millenario si raggruma”. Ottimo il lessico e la struttura poetica, ricca di canto e ben ritmata.
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Il passo dell’età
Gli angoli del quartiere
celano singhiozzi di ghetto
sulle mani callose, senza lavoro.
Ho tentazioni di vocaboli scurrili
da urlare, ma lascerò crescere la barba
sul mento, proletario di ogni giorno.
Posso scarnificare sorrisi da adagiare
su questa tana abitabile soffocata
dalle ragnatele, appassite sulle pareti.
Moncherini di sussidio cercano di allungare
il passo dell’età, per me, carne
beccata della vita, premuta da rughe
che arano la pelle sulla patente dell’amen.
Non posso pagare alla mia voglia d’uomo
una camicia nuova per salutare fauvette
che piangono meraviglie di sera.
Avvolto nell’arido grembo
dei trecentosessantacinque ed oltre,
testimonio del bisogno, marcio
col volo della farfalla, bruciandomi ali
nel sole di una candela.
Icaro dalle tasche vuote,
compro solo lacrime plebee.
Armando Giorgi, Genova
3° premio Sez. A
Motivazione:
Lirica di forte tensione, rimarca esperienze del quotidiano, sbobinate da una vita vissuta in un quartiere ghetto, dominata dallo “stress biodegradabile”, dallo smog e dal “fumo di moto sgommate”. Il tutto non limita la libertà dell’io narrante: non urla “vocabili scurrili”, perché sa librarsi nell’aria come Icaro con le tasche piene di “lacrime plebee”. Poesia di chi ha coraggio; di chi non si piega alle circostanze e dalla lotta proletaria sa ricavare note di risentimento e di ribollimento che fortificano l’essere uomo.
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Vapori cocenti
: arsenali di miele trafuga dalle cucine estrose della fantasia
questa nostra poesia mariuola buongustaia di amabili o agrette allegorie
Strofe e sonetti converte in cicale di fame
dalle elitre elettriche che graffiano la pagina
in un blues dove la marea s’appoggia
e planano la gioia e la malinconìa
per banchetti insonni in tutte le stagioni aspre o rubiconde
Viene servita in cestini di vimini
da cui sappia districarsi la voce che convince
modulata con malìe di levità fragrante
di delizie elisie
o con spiazzante sfrigolìo di ricette azzardate
sempre genuina o che tale appaia al palato
senza addolcire i tralci della vita che ci tocca
oppure addomesticando alla nostra miopìa mosti che sciolgono la lingua
e gli intelletti soggiogano ingannando
presi per gole canyon anfratti dei sogni più golosi
Cuoco e vignaiolo il poeta s’imbiglia di granaglie
impasta il senso coi lieviti di mestiere pettina i grappoli con foglie d’arguzia
attento all’ora dei pasti ai volubili appetiti
Studia le anime che sonda le pungola
Arcimboldo col dente ancestrale dello spirito
aguzzo e sapido al palato se duce influenza forgia
stregone dell’incomprensibile tutto e niente comprende
a cani senza guinzaglio appartenga o a compagine accademica
egli imbandisce sottigliezze e le coscienze da disquamare
a turno quand’è opportuno nel sugo loro rosola
lento a fiamma dolce da esperto sotto l’immacolato cappello alto
Si fa pastore si fa seminatore
chiama a sé i ritardatari di una corsa imperfetta
e li ridona alla luce nella moltiplicazione dei risorti
prenotando verità provvisorie alla trattoria dello scandalo
aggioga le greggi ne assaggia le chimere
graticolate con olio d’ironia sul carbone bellicoso
della letteratura somma o spicciola che sia
Ma è il Grande Chef lassù e intorno a noi
che dirige la sinfonìa dei fornelli facitore di quella mente eletta
di quello pnèuma d’aceto e aneto
che affetta metaforici gli ortaggi lardella assonanze sbuccia i pomi della retorica
dilisca il pesce acconciato negli orgogli della metrica vivace
mentre ogni altra cosa tace
pipola il coperchio sfrigolano onomatopèe coi grassi
sonnecchiano i succhi nei farciti endecasillabi speziati
anche se ancora in pochi s’apparecchiano al desco i commensali
e ancor meno fremono di delibare all’arpicordo del menu tante vivande
tali singoli aromi da sconcertare i gusti ostici da assaporare
quando gli assortiti cibi sfusi o incartocciati freschi sono di fuoco
sottratti appena alla sublime subliminale ispirazione
finalmente tolti al faticato architettare la parola scolpita che imprima una sua eco
in parmigiana voluttuosa o in lasagna che tutti e cinque i sensi rifocilla
Liberissimi sprigionano allora vapori audaci
che ghiotte le Muse difficili intrecciano cocenti:
Armando Saveriano, Avellino
Premio Speciale, sez. A
Motivazione:
Elaborato originalissimo, forte, robusto, esalta il ruolo e la funzione della poesia utilizzando una selezionata ed aulica nomenclatura della culinaria. Di volta in volta, grazie alla estrosità creativa, la composizione versale si identifica con spezie ed aromi, oli e sapori prelibati. E’ così che strofe e sonetti sono “cicale di fame”; le chimere vengono “graticolate con olio d’ironia sul carbone bellicoso”; “sonnecchiano i succhi nei farciti endecasillabi speziati”. Il poeta non è l’albatro baudeleriano, ma il “Grande Chef” che “dirige la sinfonia dei fornelli”, “lardella assonanze, sbuccia i pomi della retorica”, mentre “pipola il coperchio sfregolando onomatopee coi grassi”. Lirica da nuova frontiera, sensibile alle istanze del quotidiano, sublimate sull’altare della buona lingua di tradizione.
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Novembre e dintorni
Ora io ti adotterò solitudine che vesti anche
il filo d’erba assieme ai muri massacrati della
pelle e alle lanterne che frammentano il buio
nelle sere di castagne arrostite dall’ottobre
8che muore.
Abbiamo larve sconosciute a noi stessi,
dormienti nei giacigli dell’anima,
che diventeranno chissà che al brivido
di una campana che ha smarrito i suoi suoni,
al lampo della memoria che riconduce
a lontani mattini quando i fuochi dell’inverno
si facevano Natale senza neve, accarezzando
i calcagni evasi dai buchi delle calze.
E non potrei mai più contare tutti i vuoti
della mia esistenza scappata via da mille
feritoie di vento, nelle notti di nuvole
e lune spente,
di estasi senza scampo e di travestimenti.
A che mi è servito dichiararmi poeta,
mangiare da ciotole scheggiate dal dolore
il mistero selvaggio della luce,
e bere il germe della rinuncia da pozzanghere
di miele marcio, se poi mi ritrovo spezzato
dalla stessa forza che mi diede voce.
E il cuore – a destra o a sinistra che sia –
è soltanto l’indizio di una carezza negata
che aspetta invano un sorriso
dai confini di un’altera tristezza,
da un altrove sommesso di cielo!
Adolfo Silveto, Boscotrecase (Na)
Premio Speciale, sez. A
Motivazione:
La lirica tocca tematiche della poesia contemporanea incardinate sulla solitudine; su un ciò che si voleva essere e non è stato. La tecnica strutturale è cattivante al pari delle scelte lessicali. Il carattere intuitivo della composizione adombra un quid che sollecita la curiosità del lettore.
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Terra martoriata
Qualcosa hanno gettato
nelle acque del mio fiume;
qualcosa hanno occultato
sotto le pietre dei lavatoi antichi
e dei guadi sciabordanti
all’eco dei canti di quel tempo
quando, lievi, si rincorrevano
e allegre e maliziose
note maliarde
stornellanti trame
di pizzi e d’amori
nell’età dell’innocenza e del pudore;
qualcosa ha attossicato le mie trote
e annichilito le strie d’argento–azzurro
delle acque vagabonde.
Giocolieri di antiche profezie,
avvinti dall’odore nefando
del denaro vile,
hanno svenduto la mia terra
agli sciacalli
acrobati di disamore
e dissolto perle sulla strada del non ritorno.
Non canterà l’allodola
tra il salice e le giunchiglie
e non berrà il cerbiatto
all’acqua di sorgente
e bambini non diverranno adulti
nella bolgia dei dannati
ricreata sulla Terra.
La mia Terra
martoriata.
Agostina Spagnuolo, Capriglia Irpina (Av)
1° premio sezione B
Motivazione:
I “lavatoi antichi”, i “guadi sciabordanti”, “note maliarde stornellanti trame di pizzi e d’amori”, riattualizzano con la magia dell’incanto, un mondo di rispetto per la natura, oggi, con troppo ostinato disamore, violata, profanata dagli scarichi abusivi, distruttori del patrimonio ecologico ed ambientale.
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Vesuviana
Di questi giorni è dolce ogni sussurro.
Ascolto il sillabare delle foglie,
il passo silenzioso dei pensieri.
Vieni quassù a ritrovarmi ancora,
fanciulla dei vent’anni.
E mi accoglievi
in un tripudio d’ali sul cratere
in cui taceva l’urlo della lava.
Il sangue della terra non sgolava
il suo dolore.
Ho ancora versi e linfe da portare
al lunario di spighe e di stagioni
lungo le balze risalenti il mare.
Il monte si fa grande dentro il sole.
Mi basta questo respirar di pruni,
un gioco d’erba al tocco delle dita,
la pietra antica che s’oscura al cielo.
Mi scrive tenerezze sulla pelle
anche l’ortica.
Allora vieni, cogli
i fiori asprigni nati dal lapillo,
corri col vento, come ti ricordo
nella tua veste d’alba lacerata
dal rovo. Ed io portavo le mie mani
a farsi miele al grido del tuo cuore.
Giovanni Caso, Siano (Sa)
2° premio sezione B
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L’odore del terreno
Terra……
Terra scura
Terra sola
Terra calpestata…..
Calpestata da pesanti piedi,
da “cumuli” di tempo perso,
da “stracci” di vite buttate per niente.
Terra…
Terra scura….
scura di fumo,
scura di sporco e di fango,
scura di tristezza nel volto di un bambino che ti guarda.
Terra sola….
sola come la foglia di un ramo secco lasciato cadere,
come il silenzio nella notte che fa paura nei vicoli bui,
come chi aspetta senza parlare.
Ma terra…. non sei solo questo!
Tu sei scura come il terreno,
il terreno che vive,
quel terreno che sa di pioggia e di vento.
Tu sei sola come un faro sul mare che illumina la città,
come il suono delle onde che cavalcano sull’acqua,
come il bagliore della luna che ti accarezza.
E sei calpestata…..
Dai piedi di un contadino storpio che ancora ti ama,
da cumuli di storia che ti hanno resa regina,
da stracci di vite buttate…. ma buttate per difendere te.
Per te cara terra,
che non hai dimenticato il sapore che avevi,
che non hai perso il tuo colore…. si è solo nascosto come un Pulcinella,
dietro una maschera nera.
Per te cara terra,
che non hai perso il tuo profumo…
aspettiamo che piova e che soffi il vento
per sentirlo ancora.
Natasha Vernetti, Pollena Trocchia (Na)
3° premio sezione B
Motivazione:
La lirica, nell’omogeneità dell’ossatura, è amore e attaccamento alla “terra scura di tristezza” ma anche “di sporco e di fango”. Senza scadere nella vivisezione delle parti, in un tutt’uno con lo stile pacato e misurato, la poesia è amore e denuncia insieme.
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Di reti e di verbasco
Aveva gli occhi delle filatrici
persi in qualche inizio di ricamo o in un nodo non riuscito
la vita ha strozzature che non ci passa mai
neanche l’ago del bel tempo
e le tortore tornano con un canto di stagione non finito
ai loro richiami d’amore notturno
mentre io resto sotto i fili elettrici del palio cittadino
che sono colombiere nel grigio
e metto un sorriso di dolore sull’inizio del giorno.
Da una distanza di cui non ho memoria
venni come chi ha girato a lungo per un continente vuoto
e si porta ancora appesa al collo la borraccia col ricordo della sete
e tutti i ninnoli che ho perso si sono sistemati nelle baracche di paese.
Come merce venuta da lontano e che nessuno riconosce.
La nostalgia è il peso migliore che porto sul petto
e lascio che la vita entri spesso a farmi visita…
ci sono ancora i giochi d’aria dei gabbiani
a fare ronda sui mercati sotto vento
e Venezia elargisce le sue bramosie di donna
dalle maniche a sbuffo di Rialto…
le luci di posizione continuano a dire del mare
manifesto d’azzurro, che non si scorda, non si scorda…
E allora io
mani messe alle tempia
a domandarmi un perché povero di sole
l’ultimo, il meno fiero.
Vanina Zaccaria, Volla (Na)
1° premio sez. “Giovani”
Motivazione:
Un canto spezzettato e intriso di nostalgia si evidenzia in questa particolare e pregevole composizione, in cui il disperdersi delle connotazioni è quasi simbolo – attualissimo – della perdita dei riferimenti di valori della quotidianità, tipica dei giovani, e nello stesso tempo ricerca sincopata e bramata di nuovi (o ritrovati) ideali: “come merce venuta da lontano e che nessuno riconosce”.
Il testo poetico si presenta libero da inviluppi e schemi canonici, frastagliato, eppure liricamente evocativo e intrigante.
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L’attesa
Luna che argenti la mia torre,
illumina il suo volto,
mostrati a lui nella tua nuda bellezza
che possa così immaginarmi ancora…
bella.
Fa che il brillio
delle tue figlie Stelle
rimembri ai suoi occhi i miei,
e che il Cielo,
così magico e intenso,
possa accarezzare la sua schiena
con lunghi e piacevoli brividi
come se fossero le mie dita,
in quel momento,
a passeggiare
ancora
per i sentieri del suo corpo…
e la Notte,
madre dell’Amore,
possa avvolgerlo nel calore di due corpi,
che altri non possano essere se non i nostri…
uniti in ciò che il Signore ci volle donare
e che proprio non ci si può rinunciare…
e al Risveglio
fa che lui possa ricordare…
Alessandra Mai, Sant’Anastasia (Na)
1° premio sez. Autori di Sant’Anastasia
Motivazione:
Degna di essere comparata ai più sublimi canti d’amore di epoca classica e greco–latina, questa lirica delicata e nello stesso tempo intensa e appassionata descrive, chiamando a testimone il firmamento (notte – luna – amore – stelle), un sentimento puro nei confronti dell’amato. Ottime le figurazioni, immerse in un’atmosfera eterea e sublime, e buona la narrazione poetica.
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I PARTECIPANTI DELLA VI EDIZIONE
Comunichiamo qui di seguito i Partecipanti alla VI Edizione del Concorso (Elenco definitivo):
COGNOME NOME CITTA'
ACANFORA SIMONA ROMA
AFFUSO OLIMPIA NAPOLI
ALVARO ANTONIO CATANZARO
AMBROSANIO VIRGILIA S.GIORGIO A CREMANO (NA)
AMBROSINI ANGELA CITTA' DI CASTELLO (PG)
AMBROSINO CLELIA PROCIDA (NA)
AMELIA RITA MARIGLIANO (NA)
ANGELINI GIANCARLO GENOVA
ANGELUCCI SANDRO RIETI
ANTONELLI MINA GRAVINA (BA)
ARENA MAURIZIO SALVATORE VILLA S.GIOVANNI (RC)
ARFE' MARIA VOLOS – GRECIA
AURILIA ADRIANA NAPOLI
AURILIO NICOLA CASALE DI CARINOLA (CE)
AVERINI ALBERTO ROMA
BACCONI MAURIZIO ROMA
BAGNO GIUSEPPE SANT'ARPINO (CE)
BALDISSIN STEFANIA SAN DONA' DI PIAVE (VE)
BANDELLO CARMEN PIEVE EMANUELE (MI)
BARDOTTI MASSIMILIANO CASTELFIORENTINO (FI)
BARTOLOMUCCI ANNA NAPOLI
BAUDINO ERMANNO PINEROLO (TO)
BERNIERI GIUSEPPE SARNO (SA)
BETTOZZI ARMANDO ROMA
BICCHIERRI ANTONIO S.GIORGIO IONICO (TA)
BOCCIA VITANTONIO TERZIGNO (NA)
BONTEMPI RINA ANCONA
BORGHETTI ROBERTO ANCONA
BOTTARO GIOVANNI MOLINO DEL PALLONE (BO)
BRUNO ANNA SOMMA VESUVIANA (NA)
CALLEGARO FRANCO ADRIA (RO)
CAMPANA SALVATORE SANT'ANASTASIA (NA)
CAMPISANO CANCEMI ALFONSINA CALTAGIRONE (CT)
CANDIDI ANNA DEBORA ROMA
CANFORA FRANCA MARIA ROMA
CANGIANI SALVATORE SORRENTO (NA)
CAPANNA DARIA CECINA (LI)
CAPECCHI LORIANA QUARRATA (PT)
CARDILLO ANNA MARIA ROMA
CASO GIOVANNI SIANO (SA)
CASSESE DOMENICO PALMA CAMPANIA (NA)
CATALANO PIETRO ROMA
CATERINA ELIO MODENA
CECCAROSSI GIANNICOLA ROMA
CERASUOLO VINCENZO MARIGLIANO (NA)
CERBONE ALBERTO CASORIA (NA)
CHIARENZA ANTONIO CALOLZIOCORTE (LC)
CIARPAGLINI PAOLO CAMPI BISENZIO (FI)
CIVELLO PALMA PALERMO
CLASSE II B SOMMA VESUVIANA
COFFARO DANIELE PALERMO
COLACINO MARIA CASALNUOVO DI NAPOLI (NA)
COLELLA ROSALIA CAPUA (CE)
CONSOLI CARMELO FIRENZE
CORNELI CINZIA SAN MARIANO CORCIANO (PG)
COSTANTIN ANTONIO PIOSSASCO (TO)
COZZOLINO PATRIZIA NAPOLI
DALI' EUSEBIO PALERMO
DALL'AVA GIACOMO S.LUCIA DI PIAVE (TV)
D'AMATO NAZARIO REGGIO EMILIA (RE)
D'APRANO SALVATORE H2E 2C8 CANADA
DE LUCA AURORA ROCCA DI PAPA (RM)
DE MARTINO MARIA PIA NAPOLI
DE MELLIS MASSIMO SANT'ANASTASIA (NA)
DE MOLA CARMEN POLIGNANO A MARE (BA)
DE SANTIS MARCELLO TIVOLI (ROMA)
DE VIVO PRISCO SAVIANO (NA)
DELLE DONNE LUIGI OLEVANO SUL TUSCIANO (SA)
DI BIASIO MANFREDO FONDI (LT)
DI DIO MARICLA CALASCIBETTA (EN)
DI GIACOMO FRANCESCA SANT'ANASTASIA (NA)
DI IACONI ELISABETTA ROMA
DI MARCO ALFREDO CAPACCIO PAESTUM (SA)
DI PERNA VINCENZA BARI
DI PORZIO UMBERTO SANT'ANASTASIA (NA)
DICUONZO GIUSEPPE BARLETTA (BA)
ESPOSITO EMANUELA SOMMA VESUVIANA (NA)
FEDERICONI CARLO SENIGALLIA (AN)
FIORINI FRANCO VEROLI (FR)
FONTANA LUIGI NAPOLI
FRAGOMENI EMILIA GENOVA
FUNELLI EMANUELE PADOVA
FURLAN FRANCESCA SARMEOLA (PD)
FURNARI ROSARIO LUCA RIVOLI (TO)
GALILEA BENITO ROMA
GALLO BRIGIDA SANT'ANASTASIA (NA)
GARBARINI ARMANDO VIGEVANO (PV)
GASBARRO ELIO PORFIRIO CIAMPINO (ROMA)
GATTA LILIANA SANT'ANASTASIA (NA)
GIAMMARIO MARISA MOLFETTA (BA)
GIAMPAOLO EMANUELE NAPOLI
GIANNONE GIACOMO TORINO
GIORGI ARMANDO GENOVA
GIOVELLI M. FRANCESCA CAORSO (PC)
GRACCI BIASCI ATHE PONTEDERA (PI)
GRANATA SALVATORE GIARRE (CT)
GRANATA RUGGIERO SANT'ANASTASIA (NA)
GRANDE ELENA MACCHIA D'ISERNIA (IS)
GRAZIANO IRENE AVELLINO
GRECO RENATO MODUGNO (BA)
GRIECO GENNARO TRANA (TO)
IMPERADRICE FEDERICA SOMMA VESUVIANA
IMPERADRICE LUCIA ALPIGNANO (TO)
INTERLANDI GIANCARLO ACITREZZA (CT)
LARENZA MARIELLA CASERTA
LAUTIZI ALVARO ORIOLO ROMANO (VT)
LAZZEROTTI BRUNO MILANO
LEONE CLEMENTINA MERCATO S.SEVERINO (SA)
LIGUORO RAFFAELE SANT'ANASTASIA (NA)
LONARDO ANTONIO MODICA (RG)
LUCHETTI GAETANA MARSCIANO (PG)
LUISO DOMENICO BITONTO (BA)
LUONGO ROSSELLA AVELLINO
MACCA G. MARCO FORMIA (LT)
MACIDI GABRIELLA MADDALENA MALO (VI)
MAI ALESSANDRA SANT'ANASTASIA (NA)
MALFATTO JESSICA PADERNO DUGNANO (MI)
MALFITANO MARIA ELENA LICATA (AG)
MARANO AGOSTINO NAPOLI
MARCOLINO VINCENZO CASTELLO DI CISTERNA (NA)
MARCONI FULVIA ANCONA
MARTINO FRANCO CERVINARA (AV)
MASETTI STEFANO AREZZO
MAURO CARLANGELO S.PAOLO BELSITO (NA)
MAZZA SENZIO SCANDICCI (FI)
MAZZACCO CHANTAL TRICESIMO (UD)
MAZZUCA EMMA LATINA
MELE GABRIELLA CASTELLO DI CISTERNA (NA)
MIRRA PEPPE SAVIANO (NA)
MONTACCHIESI MAURO ROMA
MONTAQUILA GIUSEPPE CASSINO (FR)
MONTELEONE CARLO PALMI (RC)
MONTIERI SILVIA NAPOLI
MORSELLINO ANGELO VOLLA (NA)
MUGNAINI IVANO BARGECCHIA DI MASSAROSA (LU)
NAPOLITANO GIUSEPPE FORMIA (LT)
PACIONE MARIA PIERA OFENA (AR)
PALERMO FRANCESCO TORCHIAROLO (BR)
PALUMBO ANNA MUGNANO (NA)
PAPPA FILIPPO MINTURNO (LT)
PASSARELLI ANGELO VINCHIATURO (CB)
PELLONE FENU GIOVANNA CASTELLO DI CISTERNA (NA)
PENSO MARA MESTRE (VE)
PEPE GERARDO ATRIPALDA (AV)
PERCONTRA CARMEN MASSA DI SOMMA (NA)
PERRONE BERNARDINO S.PIETRO IN GUARANO (CS)
PERRONE ANNA SAN MARCO – RAVENNA
PETRACCA PINA SURANO (LE)
PIERMARTINI COSTANZA GAMBASSI TERME (FI)
PIETRINI PAOLO LA SPEZIA
PINI PIERINO MONTICHIARI (BS)
PIPERNO ROBERTO ROMA
PORRITIELLO NATALE SANT'ANASTASIA (NA)
PREBENNA NICOLA ARIANO IRPINO (AV)
PUTELLI STEFANIA BRAONA (BS)
RAIMONDI DANIELA
RESCIGNO GIANNI S.MARIA DI CASTELLABATE (SA)
RIGHETTI MARCO ROMA
RIZZO ANTONELLA ROMA
ROSSI FREI BAGNO DI ROMAGNA (FC)
ROSSI ANTONIO BERCHIDDA (O–T)
ROSSI RENATA PENNE (PE)
SANCHINI STEFANO MONTECICCARDO (PU)
SANFILIPPO ORAZIO SIRACUSA (SR)
SANGERVASIO ANTONIO ROMA
SANGIOVANNI PAOLO ROMA
SANTACROCE FRANCA ROMA
SANTOSUOSSO STEFANO AVELLINO
SARRACINO ANGELA CALVIZZANO (NA)
SAVERIANO ARMANDO AVELLINO
SBARDELLA ALBERTO ROMA
SCARPONE ANTONIO GALDO DEGLI ALBURNI (SA)
SCISCIOT SERGIO NAPOLI
SCIUTTO ANNA LUISA GENOVA
SCOGNAMIGLIO ROSALIA GAETA (LT)
SELLO LUISA UDINE
SEROFILLI VALERIA S.GIULIANO TERME (PI)
SEVERINO VINCENZO PALERMO
SILVETO ADOLFO BOSCOTRECASE (NA)
SODANO ANGELO SOMMA VESUVIANA (NA)
SPAGNUOLO AGOSTINA CAPRIGLIA IRPINA (AV)
SPERA ROSA BARLETTA (BA)
SPERANZA ROSA NAPOLI
STOCCHERO DUILIO VICTORIA AUSTRALIA
TAFURI ANTONIETTA ROMA
TARANTINO ANTONELLA TIVOLI (ROMA)
TEMPESTA ROSSELLA NAPOLI
TIBERI ANGELA MARIA PONTINIA (LT)
VACCARO MICHELE POMPEI (NA)
VALENTE GIUSEPPINA TORREMAGGIORE (FG)
VALLATI LENIO SESTO FIORENTINO (FI)
VANACORE MARIA LUISA PRIOLO GARGALLO (SR)
VENTRIGLIA LUIGI NAPOLI
VERNETTI NATASHA POLLENA TROCCHIA (NA)
VESTA GIOVANNI MARCIANISE (CE)
VETTORELLO RODOLFO MILANO
VICENZI LAURA BASSANO DEL GRAPPA (VI)
VICIDOMINI NINO TRECASE (NA)
VIOLANTE SALVATORE TERZIGNO
ZABBERONI WERTHER RAVENNA
ZACCARIA VANINA VOLLA (NA)
ZANARELLA MICHELA ROMA
ZANETTE GINO GODEGA DI S.URBANO (TV)
COGNOME NOME CITTA'
ACANFORA SIMONA ROMA
AFFUSO OLIMPIA NAPOLI
ALVARO ANTONIO CATANZARO
AMBROSANIO VIRGILIA S.GIORGIO A CREMANO (NA)
AMBROSINI ANGELA CITTA' DI CASTELLO (PG)
AMBROSINO CLELIA PROCIDA (NA)
AMELIA RITA MARIGLIANO (NA)
ANGELINI GIANCARLO GENOVA
ANGELUCCI SANDRO RIETI
ANTONELLI MINA GRAVINA (BA)
ARENA MAURIZIO SALVATORE VILLA S.GIOVANNI (RC)
ARFE' MARIA VOLOS – GRECIA
AURILIA ADRIANA NAPOLI
AURILIO NICOLA CASALE DI CARINOLA (CE)
AVERINI ALBERTO ROMA
BACCONI MAURIZIO ROMA
BAGNO GIUSEPPE SANT'ARPINO (CE)
BALDISSIN STEFANIA SAN DONA' DI PIAVE (VE)
BANDELLO CARMEN PIEVE EMANUELE (MI)
BARDOTTI MASSIMILIANO CASTELFIORENTINO (FI)
BARTOLOMUCCI ANNA NAPOLI
BAUDINO ERMANNO PINEROLO (TO)
BERNIERI GIUSEPPE SARNO (SA)
BETTOZZI ARMANDO ROMA
BICCHIERRI ANTONIO S.GIORGIO IONICO (TA)
BOCCIA VITANTONIO TERZIGNO (NA)
BONTEMPI RINA ANCONA
BORGHETTI ROBERTO ANCONA
BOTTARO GIOVANNI MOLINO DEL PALLONE (BO)
BRUNO ANNA SOMMA VESUVIANA (NA)
CALLEGARO FRANCO ADRIA (RO)
CAMPANA SALVATORE SANT'ANASTASIA (NA)
CAMPISANO CANCEMI ALFONSINA CALTAGIRONE (CT)
CANDIDI ANNA DEBORA ROMA
CANFORA FRANCA MARIA ROMA
CANGIANI SALVATORE SORRENTO (NA)
CAPANNA DARIA CECINA (LI)
CAPECCHI LORIANA QUARRATA (PT)
CARDILLO ANNA MARIA ROMA
CASO GIOVANNI SIANO (SA)
CASSESE DOMENICO PALMA CAMPANIA (NA)
CATALANO PIETRO ROMA
CATERINA ELIO MODENA
CECCAROSSI GIANNICOLA ROMA
CERASUOLO VINCENZO MARIGLIANO (NA)
CERBONE ALBERTO CASORIA (NA)
CHIARENZA ANTONIO CALOLZIOCORTE (LC)
CIARPAGLINI PAOLO CAMPI BISENZIO (FI)
CIVELLO PALMA PALERMO
CLASSE II B SOMMA VESUVIANA
COFFARO DANIELE PALERMO
COLACINO MARIA CASALNUOVO DI NAPOLI (NA)
COLELLA ROSALIA CAPUA (CE)
CONSOLI CARMELO FIRENZE
CORNELI CINZIA SAN MARIANO CORCIANO (PG)
COSTANTIN ANTONIO PIOSSASCO (TO)
COZZOLINO PATRIZIA NAPOLI
DALI' EUSEBIO PALERMO
DALL'AVA GIACOMO S.LUCIA DI PIAVE (TV)
D'AMATO NAZARIO REGGIO EMILIA (RE)
D'APRANO SALVATORE H2E 2C8 CANADA
DE LUCA AURORA ROCCA DI PAPA (RM)
DE MARTINO MARIA PIA NAPOLI
DE MELLIS MASSIMO SANT'ANASTASIA (NA)
DE MOLA CARMEN POLIGNANO A MARE (BA)
DE SANTIS MARCELLO TIVOLI (ROMA)
DE VIVO PRISCO SAVIANO (NA)
DELLE DONNE LUIGI OLEVANO SUL TUSCIANO (SA)
DI BIASIO MANFREDO FONDI (LT)
DI DIO MARICLA CALASCIBETTA (EN)
DI GIACOMO FRANCESCA SANT'ANASTASIA (NA)
DI IACONI ELISABETTA ROMA
DI MARCO ALFREDO CAPACCIO PAESTUM (SA)
DI PERNA VINCENZA BARI
DI PORZIO UMBERTO SANT'ANASTASIA (NA)
DICUONZO GIUSEPPE BARLETTA (BA)
ESPOSITO EMANUELA SOMMA VESUVIANA (NA)
FEDERICONI CARLO SENIGALLIA (AN)
FIORINI FRANCO VEROLI (FR)
FONTANA LUIGI NAPOLI
FRAGOMENI EMILIA GENOVA
FUNELLI EMANUELE PADOVA
FURLAN FRANCESCA SARMEOLA (PD)
FURNARI ROSARIO LUCA RIVOLI (TO)
GALILEA BENITO ROMA
GALLO BRIGIDA SANT'ANASTASIA (NA)
GARBARINI ARMANDO VIGEVANO (PV)
GASBARRO ELIO PORFIRIO CIAMPINO (ROMA)
GATTA LILIANA SANT'ANASTASIA (NA)
GIAMMARIO MARISA MOLFETTA (BA)
GIAMPAOLO EMANUELE NAPOLI
GIANNONE GIACOMO TORINO
GIORGI ARMANDO GENOVA
GIOVELLI M. FRANCESCA CAORSO (PC)
GRACCI BIASCI ATHE PONTEDERA (PI)
GRANATA SALVATORE GIARRE (CT)
GRANATA RUGGIERO SANT'ANASTASIA (NA)
GRANDE ELENA MACCHIA D'ISERNIA (IS)
GRAZIANO IRENE AVELLINO
GRECO RENATO MODUGNO (BA)
GRIECO GENNARO TRANA (TO)
IMPERADRICE FEDERICA SOMMA VESUVIANA
IMPERADRICE LUCIA ALPIGNANO (TO)
INTERLANDI GIANCARLO ACITREZZA (CT)
LARENZA MARIELLA CASERTA
LAUTIZI ALVARO ORIOLO ROMANO (VT)
LAZZEROTTI BRUNO MILANO
LEONE CLEMENTINA MERCATO S.SEVERINO (SA)
LIGUORO RAFFAELE SANT'ANASTASIA (NA)
LONARDO ANTONIO MODICA (RG)
LUCHETTI GAETANA MARSCIANO (PG)
LUISO DOMENICO BITONTO (BA)
LUONGO ROSSELLA AVELLINO
MACCA G. MARCO FORMIA (LT)
MACIDI GABRIELLA MADDALENA MALO (VI)
MAI ALESSANDRA SANT'ANASTASIA (NA)
MALFATTO JESSICA PADERNO DUGNANO (MI)
MALFITANO MARIA ELENA LICATA (AG)
MARANO AGOSTINO NAPOLI
MARCOLINO VINCENZO CASTELLO DI CISTERNA (NA)
MARCONI FULVIA ANCONA
MARTINO FRANCO CERVINARA (AV)
MASETTI STEFANO AREZZO
MAURO CARLANGELO S.PAOLO BELSITO (NA)
MAZZA SENZIO SCANDICCI (FI)
MAZZACCO CHANTAL TRICESIMO (UD)
MAZZUCA EMMA LATINA
MELE GABRIELLA CASTELLO DI CISTERNA (NA)
MIRRA PEPPE SAVIANO (NA)
MONTACCHIESI MAURO ROMA
MONTAQUILA GIUSEPPE CASSINO (FR)
MONTELEONE CARLO PALMI (RC)
MONTIERI SILVIA NAPOLI
MORSELLINO ANGELO VOLLA (NA)
MUGNAINI IVANO BARGECCHIA DI MASSAROSA (LU)
NAPOLITANO GIUSEPPE FORMIA (LT)
PACIONE MARIA PIERA OFENA (AR)
PALERMO FRANCESCO TORCHIAROLO (BR)
PALUMBO ANNA MUGNANO (NA)
PAPPA FILIPPO MINTURNO (LT)
PASSARELLI ANGELO VINCHIATURO (CB)
PELLONE FENU GIOVANNA CASTELLO DI CISTERNA (NA)
PENSO MARA MESTRE (VE)
PEPE GERARDO ATRIPALDA (AV)
PERCONTRA CARMEN MASSA DI SOMMA (NA)
PERRONE BERNARDINO S.PIETRO IN GUARANO (CS)
PERRONE ANNA SAN MARCO – RAVENNA
PETRACCA PINA SURANO (LE)
PIERMARTINI COSTANZA GAMBASSI TERME (FI)
PIETRINI PAOLO LA SPEZIA
PINI PIERINO MONTICHIARI (BS)
PIPERNO ROBERTO ROMA
PORRITIELLO NATALE SANT'ANASTASIA (NA)
PREBENNA NICOLA ARIANO IRPINO (AV)
PUTELLI STEFANIA BRAONA (BS)
RAIMONDI DANIELA
RESCIGNO GIANNI S.MARIA DI CASTELLABATE (SA)
RIGHETTI MARCO ROMA
RIZZO ANTONELLA ROMA
ROSSI FREI BAGNO DI ROMAGNA (FC)
ROSSI ANTONIO BERCHIDDA (O–T)
ROSSI RENATA PENNE (PE)
SANCHINI STEFANO MONTECICCARDO (PU)
SANFILIPPO ORAZIO SIRACUSA (SR)
SANGERVASIO ANTONIO ROMA
SANGIOVANNI PAOLO ROMA
SANTACROCE FRANCA ROMA
SANTOSUOSSO STEFANO AVELLINO
SARRACINO ANGELA CALVIZZANO (NA)
SAVERIANO ARMANDO AVELLINO
SBARDELLA ALBERTO ROMA
SCARPONE ANTONIO GALDO DEGLI ALBURNI (SA)
SCISCIOT SERGIO NAPOLI
SCIUTTO ANNA LUISA GENOVA
SCOGNAMIGLIO ROSALIA GAETA (LT)
SELLO LUISA UDINE
SEROFILLI VALERIA S.GIULIANO TERME (PI)
SEVERINO VINCENZO PALERMO
SILVETO ADOLFO BOSCOTRECASE (NA)
SODANO ANGELO SOMMA VESUVIANA (NA)
SPAGNUOLO AGOSTINA CAPRIGLIA IRPINA (AV)
SPERA ROSA BARLETTA (BA)
SPERANZA ROSA NAPOLI
STOCCHERO DUILIO VICTORIA AUSTRALIA
TAFURI ANTONIETTA ROMA
TARANTINO ANTONELLA TIVOLI (ROMA)
TEMPESTA ROSSELLA NAPOLI
TIBERI ANGELA MARIA PONTINIA (LT)
VACCARO MICHELE POMPEI (NA)
VALENTE GIUSEPPINA TORREMAGGIORE (FG)
VALLATI LENIO SESTO FIORENTINO (FI)
VANACORE MARIA LUISA PRIOLO GARGALLO (SR)
VENTRIGLIA LUIGI NAPOLI
VERNETTI NATASHA POLLENA TROCCHIA (NA)
VESTA GIOVANNI MARCIANISE (CE)
VETTORELLO RODOLFO MILANO
VICENZI LAURA BASSANO DEL GRAPPA (VI)
VICIDOMINI NINO TRECASE (NA)
VIOLANTE SALVATORE TERZIGNO
ZABBERONI WERTHER RAVENNA
ZACCARIA VANINA VOLLA (NA)
ZANARELLA MICHELA ROMA
ZANETTE GINO GODEGA DI S.URBANO (TV)
martedì 20 maggio 2008
III EDIZIONE 2004
LA TERZA EDIZIONE 2004
I risultati
Partecipanti: 327 (un solo elaborato per ogni partecipante).
Composizione della Giuria: Giuseppe Vetromile, presidente ed organizzatore del concorso; Ciro Carfora, poeta; Enzo Rega, poeta e critico letterario; Gerardo Santella, critico letterario; Ilaria Padulano, assessore alla cultura del Comune di Sant’Anastasia.
Sez. A – tema libero
1° premio: Armando Saveriano, Avellino. 2° premio: Giovanni Caso, Mercato S. Severino. 3° premio: Daniela Raimondi, Londra.
Menzioni di merito a: Gino Rago, Gerardo Pepe, Fabio Franzin, Benito Galilea, Carmen De Mola, Antonio Spagnuolo, Giovanni Vesta, Fabio Pelosi, Domenico Luiso, Umberto Vicaretti.
Segnalati i poeti: Giovanni Bottaro, Loriana Capecchi, Nino Falato, Franco Fiorini, Minos Gori, Giancarlo Interlandi, Gianni Rescigno, Adriana Scarpa, Antonietta Tafuri, Nino Vicidomini.
Sez. B – Il Vesuvio e il Monte Somma nella storia e nel folklore
1° premio: Salvatore Cangiani. 2° premio: Adolfo Silveto.
Segnalati i poeti: Vincenzo Cerasuolo, Massenzio Caravita, Carolina Martire Tomei.
Premio Speciale
Premio Speciale della Giuria conferito agli alunni della terza C e terza D, ed alla loro insegnante Carolina La Gatta della Scuola Elementare dell'Istituto Comprensivo De Rosa di Sant'Anastasia, per la realizzazione del libro "Magica Lettura", gustosa e sapiente opera di creatività artistica e di educazione alla poesia.
La cerimonia di premiazione si è svolta il giorno 4 novembre 2004 presso la Biblioteca Comunale di Sant’Anastasia, sita in Piazza Madonna dell’Arco.
Le poesie premiate
DÂR-AL-HARB
(Autobomba)
Quanto edonismo nella morte
Dubitoso sangue alla speranza non osi
Eppure alla fede fermenti cristallo dell’idea
Pioggia a Etrat ieri ieri ieri scomponendo fantasmagorie e Monet
Strepitoso suolo di Parigi la si vede come allora
à la Galerie Vivienne la venditrice di fiori annodare il foulard
: a Ramallah invece è un vecchio che mastica un segnale
contrizioni un chicco di calura respiro del vento là a inacidire
sulle accensioni di Al Ayyam tizzo di parole e ceneri
Figli di macerie (ragazzini uvapassita) vi contendete lo stesso kefya
(le bocche): le bocche hanno lo strazio delle frottole montate
(le voci): le voci ali di vespa brusio trasversale
Prima di domani saprò non saprò mi chiameranno “shahid”
:spezziamo questa cialda troppo dolce
e benvenuto un sesso (nome in codice Amira) gonfio di temporale
Già si contorcono voluttuosi i 72 corpi delle vergini
spingono a te i seni lustri d’olio Jarar rovesciano la gola ti aspettano sussurranti
certo certo la preghiera (anche questo un dono) certo certo
Come esplode un corpo?
Un linguaggio di pigmenti che si sfracella dal mio cranio sarà così sì
ed ecco il nero di seppia: congiunge a sé questi momenti altri momenti
il convolvolo dei ricordi li annulla tutti tutto
Trovati un grano di sale Jarar mi disse/mi dice qualcuno e sorridici dentro attraversandolo con l’occhio (devi pensare al popolo Jarar, al progetto)
:e riascoltavo Erik Satie L’ Occidente ti ha intossicato E’ ora è ora
(Un senso di vergogna: lì io Jarar revenant da Sabra, da Chatila17settembre1982
a tradire la mia gente i compagni a indugiare transfuga al Grand Café Colbert)
Dio non è pace non è salvezza la parola pace e qui
: qui si preme il piede sull’acceleratore: qui si punta al prossimo bersaglio: la debosciata gioventù ai tavolini di Ben Yehuda?
(Ci si avvolge nel mattino spaginandone le insopprimibili inconsolazioni)
Trovati
Sottopelle a scatti brucia un riso pazzo stazzonato e muto
un grano di sale
: stringi il volante e sorridici dentro “Shahid”
: sterza adesso attraversandolo con l’occhio
Non genererai figli (ma questi morti )
Trecento nomi morderanno un’unica candela
Chiudere gli occhi è tradimento?
Armando Saveriano, Avellino
1° premio sez. A
Motivazione della Giuria:
Osando ancora intrattenere commercio con la sperimentazione, l’autore sembra porsi alla confluenza fra l’esperienza dei Novissimi, per ciò che concerne la torsione della scrittura e il plurilinguismo, e quella del gruppo di “Officina”, per quanto attiene l’impegno dei contenuti. Così, lo scavo nel linguaggio e nei suoi ritmi, evidenziati anche graficamente, non si risolve in una mera autodissoluzione, come per i Novissimi, ma serve a sondare e inseguire la mostruosa realtà del presente per renderla in un dettato sapiente e curato che, pur nel suo alto tasso letterario, sa stare a ridosso di cose e corpi, e del loro massacro.
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E c’era tempo
Un’orma, un grido, un segno sopra il tufo,
il passo come crepitìo di foglie
e le parole bisbigliate al cielo,
quanto basta per ritrovare il cuore
nei petali d’allora.
Ansia di voli
e vesciche d’ortiche strette in pugno.
E si teneva il buio oltre la soglia
a frustare la trottola e il silenzio.
Dentro la casa l’onda del suo fuoco.
Acqua d’amore ai vasi di gerani,
il canto di fanciulle saracene
in spore d’anni ai fontanili antichi.
Sul muro d’amicizia il gatto nero
unghiava la carezza del tramonto.
E c’era tempo per trovarsi il pane,
tempo per le farfalle attorno al sole,
tempo per inseguire il cerchio e il vento.
La pioggia aveva perle nel cortile
e in ogni goccia pallida la luna.
Giovanni Caso, Mercato San Severino (SA)
2° premio senz. A
Motivazione della Giuria:
L’autore recupera frammenti di memoria attraverso segni, oggetti, gesti della quotidianità, che, pur conservando una loro fisicità, rinviano allusivamente ad una realtà “altra”, costruita con un linguaggio in cui su una tela di immagini ora lievi ora corporee si disegnano suggestive metafore, tramate da note dolceamare di un nostalgico spartito.
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La moglie di Lot
Stanotte ho liberato i miei cavalli.
Ho dato cibo ai cani ciechi
poi sono venuta fra i monti per cercarti.
Ho camminato scalza,
portavo fra le braccia girasoli accesi.
Non so più essere come mi volevi.
Sono soltanto un corpo chiuso,
la somma di mille fallimenti quotidiani.
Come potevo sopravvivere all’inverno
o ignorare ancora la luce del tuo volto.
Ora mi resta soltanto la fierezza assurda dei perdenti:
fermare il tempo con il dolce gesto di una mano,
sfidare a testa alta la furia di chi non sa piegarmi
né ha mai saputo leggermi nel cuore.
La morte, sai, non mi spaventa.
Non è che un mutamento impercettibile nell’aria,
un respiro che appena trema sulla terra
ma poi si acquieta, senza fare il minimo rumore.
E’ l’abbandono che più mi fa paura.
E’ il tuo abbandono quello che fa più male
mentre il tuo sguardo brucia e mi trasforma in sale.
Dimmi: sentisti le mie grida mentre il sangue si faceva pietra?
Trovasti in me la rabbia che ti nutrisse il cuore?
Come incontrare i tuoi occhi e non tremare
come fissare il cielo e non esserne distrutta.
Ma nonostante tutto
ancora mi tendevo alle tue mani
quelle tue mani grandi,
le tue mani così orrendamente vuote.
Ci sarà tempo adesso per dimenticare.
Un tempo senza limiti, come nell’infanzia.
E poi restare immobile fra le spighe di grano,
con questo orgoglio inutile a brillarmi dentro agli occhi,
con l’edera a stringere i miei polsi, ed i miei fianchi.
Daniela Raimondi, Londra
3° premio sez. A
Motivazione della Giuria:
Si usa a volte attingere idee ed impressioni da situazioni e vicende storiche, da avvenimenti biblici come nel caso di questa interessante lirica, per rielaborare e ricostruire poeticamente l'episodio. L'operazione non è certamente facile e puo' sconfinare nella mera trascrizione cronachistica, che nulla ha di veramente poetico. Ma quando la vicenda storica è solo un lontano riferimento che viene attualizzato, fatto proprio e quindi universalizzato, allora siamo di fronte ad una grande capacità di compendio poetico, ed è proprio il caso di "La moglie di Lot", in cui la vicenda biblica è assunta quale grande metafora di vita mulièbre, sofferta nella quotidianità ripetitiva e demoralizzante, ma riscattata dal desiderio di verità e di amore, seppure a caro prezzo ("E' il tuo abbandono quello che fa più male / mentre il tuo sguardo brucia e mi trasforma in sale").
La lirica è intensa e di sicuro effetto icastico.
-----------------------------------------
‘A primmavera d’ ‘o Quarantaquatto
Na mamma ‘inta nu scialle
primma ‘e fa’ notte asceva p’ ‘a campagna
‘nfosa ‘e rusata
a scapezza’ cu ‘e mmane annurecate
quacche fronna ‘e cicoria.
Po’ se chiammava ‘e figli
pecchè nun rummanessero ‘ncantate
‘a na fattura, quanno asceva ‘a luna.
Ogni sera na croce
p’attizza’ ‘a lampa sott’ ‘a nu tiano
‘e ramma attegnecuto
mentre appannava ‘a luce d’ ‘a lanterna
‘o fummo c’abbruciava dinta ll’uocchie.
E le pareva
quase ‘e senti’ ‘o calore ‘e l’ommo sujo
partuto pe’ gghi’ ‘a guerra
quanno arapeva ‘o furno e nu profumo
spanneva ‘o ppane comm’ ‘o sciato ‘e Ddio.
Po’ sola sola, stritto ‘mmiez ‘e diente,
se diceva ‘o rusario. E dint’ ‘a spiga
s’ammaturava ‘o ggrano,
turnava ‘o llatte ‘mpietto ‘a vaccarella
e ‘ncoppe ‘a vite ‘a primma pigna d’uva.
S’addurmeva ‘o dulore dint’ ‘e surche
d’ ‘a terra, ‘int ‘e fferite
cchiù annascose d’ ‘o core
mentre saglieva ‘o ffuoco ‘int’ ‘o Vesuvio
e primma ancora ca fernesse ‘a guerra
benette l’eruzzione.
Ma n’angelo vestuto ‘e primmavera
scennette a stuta’ ‘a lava
pe’ nun ferma’ ‘e surdate ca turnavano.
Sta mamma allora se renchiette ‘o scialle
cu ‘e sciure d’ ‘e gghianeste
ca lucevano ‘mmiez’ ‘e pprete nere
comme si tutte ‘e llacreme chiagnute
fossero addeventate schegge ‘e sole.
Salvatore Cangiani, Sorrento
1° premio sez. B
Motivazione della Giuria:
Dolce e amara la storia narrata in questa splendida poesia con versi altamente lirici e dal ritmo melodico, che denota una grande padronanza della lingua vernacolare napoletana. Dolce e amara nello stesso tempo, perche', in un unico quadro di dignitosa povertà ("Ogni sera na croce p'attizza' 'a lampa sott''a nu tiano 'e ramma attegnecuto…"), di nostalgica attesa ("E le pareva quasi 'e senti' 'o calore 'e l'ommo sujo partuto pe' gghi' 'a guerra…"), e di speranza ("E dint''a spiga s'ammaturava 'o ggrano, turnava 'o latte 'mpietto 'a vaccarella e 'ncopp''a vite 'a primma pigna d'uva…"), l'Autore riesce ad innestare la dolcezza di questa donna che, con lo scialle colmo di fiori di ginestra, corre incontro al suo sposo, il cui ritorno è reso possibile da "N'angelo vestuto 'e primmavera, sceso a stuta' 'a lava pe' nun ferma' 'e surdate ca turnavano…
----------------------------------
E nuje restammo
…’Na streppa ‘e sole, n’aria fatta ‘e niente,
tant’è liggera, ‘nu felillo ‘e viento,
‘na chiorma chiara ‘e nuvole ca’ passa,
n’auciello ‘ncopp’ ‘o rammo ca se spassa,
‘nu sorde ‘e luna ‘a sera ‘ncopp’ ‘o monte
ca te cunzola quanno ‘a luna sponta…
E nuje restammo!
E nuje restammo ‘nziem’ ‘o ffuoco muorto
cu ‘e braccia ‘ncroce e ‘o core appiso ‘a ciorta!
E comme ‘e furmechelle sfurtunate
ca portano ‘e mulliche ‘int’ ‘o pertuso,
malericenno ‘o juorno ca’ so’ nate,
forse ‘o sapimmo ca’ muntagna pazza
si po’ se’ scete, a tutte ‘nce scamazza.
Ma nuje restammo!
Mmiez’addore de’ pigne e de’ mimose,
vicino ‘a vocca ardente c’arreposa,
co’ chianto scunsulato de’ chitarre,
ca’ voce senza voce de’ guagliune,
‘ncantate dint’ ‘e suonne ca’ nisciuno
vulesse maje sunna’.
E nuje restammo!
Vicino ‘o ffuoco ca’ ‘nce volle ‘ncuorpo,
piglianne ‘a lava po’ surore ‘e Dio,
restanno ‘e figli da’ malinconia,
ca’ paura azzeccata dint’ all’uocchie
p’ogne scossa ca’ tremma ‘int’ ‘e ddenocchie.
Sì! Nuje restammo!
Cercanno ‘o senso ‘e chesta storia nosta
inutilmente: ‘a capa è troppa tosta!
E dint’ ‘e vvene addo’ se’ torce ‘o sole,
e fragne e mmore comme ‘a n’onn’a mmare,
nuje ‘nce criscimmo ‘a forza ‘e na’ canzone,
e “all’alba vincerò”, na vota ancora,
pe’ quant’overo esiste ‘o juorno e ‘a notte,
arricamammo meglio ‘e Pavarotte!
Adolfo Silveto, Boscotrecase (Na)
2° premio sez. B
Motivazione della Giuria:
Simbiosi di caparbietà e di melodico, nostalgico sentimento di attaccamento alla propria terra, alle proprie origini, questa poesia dai toni vibranti, impreziosita dal vernacolo napoletano che è sinonimo di passione e di forte intensità espressiva, simboleggia l'ormai eterno dissidio tra la necessità di sradicarsi dalle zone pericolose del territorio vesuviano, in vista di un malaugurato ma purtroppo possibile risveglio del nostro antico Vesuvio, e il desiderio forte, innato, di rimanere: "E nuje restammo", nonostante il pericolo, nonostante le piccole scosse telluriche di avvertimento, nonostante tutto, noi restiamo: è troppo intenso il sentimento che ci lega a queste terre, è troppo forte il dolore di un eventuale necessario distacco.
I risultati
Partecipanti: 327 (un solo elaborato per ogni partecipante).
Composizione della Giuria: Giuseppe Vetromile, presidente ed organizzatore del concorso; Ciro Carfora, poeta; Enzo Rega, poeta e critico letterario; Gerardo Santella, critico letterario; Ilaria Padulano, assessore alla cultura del Comune di Sant’Anastasia.
Sez. A – tema libero
1° premio: Armando Saveriano, Avellino. 2° premio: Giovanni Caso, Mercato S. Severino. 3° premio: Daniela Raimondi, Londra.
Menzioni di merito a: Gino Rago, Gerardo Pepe, Fabio Franzin, Benito Galilea, Carmen De Mola, Antonio Spagnuolo, Giovanni Vesta, Fabio Pelosi, Domenico Luiso, Umberto Vicaretti.
Segnalati i poeti: Giovanni Bottaro, Loriana Capecchi, Nino Falato, Franco Fiorini, Minos Gori, Giancarlo Interlandi, Gianni Rescigno, Adriana Scarpa, Antonietta Tafuri, Nino Vicidomini.
Sez. B – Il Vesuvio e il Monte Somma nella storia e nel folklore
1° premio: Salvatore Cangiani. 2° premio: Adolfo Silveto.
Segnalati i poeti: Vincenzo Cerasuolo, Massenzio Caravita, Carolina Martire Tomei.
Premio Speciale
Premio Speciale della Giuria conferito agli alunni della terza C e terza D, ed alla loro insegnante Carolina La Gatta della Scuola Elementare dell'Istituto Comprensivo De Rosa di Sant'Anastasia, per la realizzazione del libro "Magica Lettura", gustosa e sapiente opera di creatività artistica e di educazione alla poesia.
La cerimonia di premiazione si è svolta il giorno 4 novembre 2004 presso la Biblioteca Comunale di Sant’Anastasia, sita in Piazza Madonna dell’Arco.
Le poesie premiate
DÂR-AL-HARB
(Autobomba)
Quanto edonismo nella morte
Dubitoso sangue alla speranza non osi
Eppure alla fede fermenti cristallo dell’idea
Pioggia a Etrat ieri ieri ieri scomponendo fantasmagorie e Monet
Strepitoso suolo di Parigi la si vede come allora
à la Galerie Vivienne la venditrice di fiori annodare il foulard
: a Ramallah invece è un vecchio che mastica un segnale
contrizioni un chicco di calura respiro del vento là a inacidire
sulle accensioni di Al Ayyam tizzo di parole e ceneri
Figli di macerie (ragazzini uvapassita) vi contendete lo stesso kefya
(le bocche): le bocche hanno lo strazio delle frottole montate
(le voci): le voci ali di vespa brusio trasversale
Prima di domani saprò non saprò mi chiameranno “shahid”
:spezziamo questa cialda troppo dolce
e benvenuto un sesso (nome in codice Amira) gonfio di temporale
Già si contorcono voluttuosi i 72 corpi delle vergini
spingono a te i seni lustri d’olio Jarar rovesciano la gola ti aspettano sussurranti
certo certo la preghiera (anche questo un dono) certo certo
Come esplode un corpo?
Un linguaggio di pigmenti che si sfracella dal mio cranio sarà così sì
ed ecco il nero di seppia: congiunge a sé questi momenti altri momenti
il convolvolo dei ricordi li annulla tutti tutto
Trovati un grano di sale Jarar mi disse/mi dice qualcuno e sorridici dentro attraversandolo con l’occhio (devi pensare al popolo Jarar, al progetto)
:e riascoltavo Erik Satie L’ Occidente ti ha intossicato E’ ora è ora
(Un senso di vergogna: lì io Jarar revenant da Sabra, da Chatila17settembre1982
a tradire la mia gente i compagni a indugiare transfuga al Grand Café Colbert)
Dio non è pace non è salvezza la parola pace e qui
: qui si preme il piede sull’acceleratore: qui si punta al prossimo bersaglio: la debosciata gioventù ai tavolini di Ben Yehuda?
(Ci si avvolge nel mattino spaginandone le insopprimibili inconsolazioni)
Trovati
Sottopelle a scatti brucia un riso pazzo stazzonato e muto
un grano di sale
: stringi il volante e sorridici dentro “Shahid”
: sterza adesso attraversandolo con l’occhio
Non genererai figli (ma questi morti )
Trecento nomi morderanno un’unica candela
Chiudere gli occhi è tradimento?
Armando Saveriano, Avellino
1° premio sez. A
Motivazione della Giuria:
Osando ancora intrattenere commercio con la sperimentazione, l’autore sembra porsi alla confluenza fra l’esperienza dei Novissimi, per ciò che concerne la torsione della scrittura e il plurilinguismo, e quella del gruppo di “Officina”, per quanto attiene l’impegno dei contenuti. Così, lo scavo nel linguaggio e nei suoi ritmi, evidenziati anche graficamente, non si risolve in una mera autodissoluzione, come per i Novissimi, ma serve a sondare e inseguire la mostruosa realtà del presente per renderla in un dettato sapiente e curato che, pur nel suo alto tasso letterario, sa stare a ridosso di cose e corpi, e del loro massacro.
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E c’era tempo
Un’orma, un grido, un segno sopra il tufo,
il passo come crepitìo di foglie
e le parole bisbigliate al cielo,
quanto basta per ritrovare il cuore
nei petali d’allora.
Ansia di voli
e vesciche d’ortiche strette in pugno.
E si teneva il buio oltre la soglia
a frustare la trottola e il silenzio.
Dentro la casa l’onda del suo fuoco.
Acqua d’amore ai vasi di gerani,
il canto di fanciulle saracene
in spore d’anni ai fontanili antichi.
Sul muro d’amicizia il gatto nero
unghiava la carezza del tramonto.
E c’era tempo per trovarsi il pane,
tempo per le farfalle attorno al sole,
tempo per inseguire il cerchio e il vento.
La pioggia aveva perle nel cortile
e in ogni goccia pallida la luna.
Giovanni Caso, Mercato San Severino (SA)
2° premio senz. A
Motivazione della Giuria:
L’autore recupera frammenti di memoria attraverso segni, oggetti, gesti della quotidianità, che, pur conservando una loro fisicità, rinviano allusivamente ad una realtà “altra”, costruita con un linguaggio in cui su una tela di immagini ora lievi ora corporee si disegnano suggestive metafore, tramate da note dolceamare di un nostalgico spartito.
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La moglie di Lot
Stanotte ho liberato i miei cavalli.
Ho dato cibo ai cani ciechi
poi sono venuta fra i monti per cercarti.
Ho camminato scalza,
portavo fra le braccia girasoli accesi.
Non so più essere come mi volevi.
Sono soltanto un corpo chiuso,
la somma di mille fallimenti quotidiani.
Come potevo sopravvivere all’inverno
o ignorare ancora la luce del tuo volto.
Ora mi resta soltanto la fierezza assurda dei perdenti:
fermare il tempo con il dolce gesto di una mano,
sfidare a testa alta la furia di chi non sa piegarmi
né ha mai saputo leggermi nel cuore.
La morte, sai, non mi spaventa.
Non è che un mutamento impercettibile nell’aria,
un respiro che appena trema sulla terra
ma poi si acquieta, senza fare il minimo rumore.
E’ l’abbandono che più mi fa paura.
E’ il tuo abbandono quello che fa più male
mentre il tuo sguardo brucia e mi trasforma in sale.
Dimmi: sentisti le mie grida mentre il sangue si faceva pietra?
Trovasti in me la rabbia che ti nutrisse il cuore?
Come incontrare i tuoi occhi e non tremare
come fissare il cielo e non esserne distrutta.
Ma nonostante tutto
ancora mi tendevo alle tue mani
quelle tue mani grandi,
le tue mani così orrendamente vuote.
Ci sarà tempo adesso per dimenticare.
Un tempo senza limiti, come nell’infanzia.
E poi restare immobile fra le spighe di grano,
con questo orgoglio inutile a brillarmi dentro agli occhi,
con l’edera a stringere i miei polsi, ed i miei fianchi.
Daniela Raimondi, Londra
3° premio sez. A
Motivazione della Giuria:
Si usa a volte attingere idee ed impressioni da situazioni e vicende storiche, da avvenimenti biblici come nel caso di questa interessante lirica, per rielaborare e ricostruire poeticamente l'episodio. L'operazione non è certamente facile e puo' sconfinare nella mera trascrizione cronachistica, che nulla ha di veramente poetico. Ma quando la vicenda storica è solo un lontano riferimento che viene attualizzato, fatto proprio e quindi universalizzato, allora siamo di fronte ad una grande capacità di compendio poetico, ed è proprio il caso di "La moglie di Lot", in cui la vicenda biblica è assunta quale grande metafora di vita mulièbre, sofferta nella quotidianità ripetitiva e demoralizzante, ma riscattata dal desiderio di verità e di amore, seppure a caro prezzo ("E' il tuo abbandono quello che fa più male / mentre il tuo sguardo brucia e mi trasforma in sale").
La lirica è intensa e di sicuro effetto icastico.
-----------------------------------------
‘A primmavera d’ ‘o Quarantaquatto
Na mamma ‘inta nu scialle
primma ‘e fa’ notte asceva p’ ‘a campagna
‘nfosa ‘e rusata
a scapezza’ cu ‘e mmane annurecate
quacche fronna ‘e cicoria.
Po’ se chiammava ‘e figli
pecchè nun rummanessero ‘ncantate
‘a na fattura, quanno asceva ‘a luna.
Ogni sera na croce
p’attizza’ ‘a lampa sott’ ‘a nu tiano
‘e ramma attegnecuto
mentre appannava ‘a luce d’ ‘a lanterna
‘o fummo c’abbruciava dinta ll’uocchie.
E le pareva
quase ‘e senti’ ‘o calore ‘e l’ommo sujo
partuto pe’ gghi’ ‘a guerra
quanno arapeva ‘o furno e nu profumo
spanneva ‘o ppane comm’ ‘o sciato ‘e Ddio.
Po’ sola sola, stritto ‘mmiez ‘e diente,
se diceva ‘o rusario. E dint’ ‘a spiga
s’ammaturava ‘o ggrano,
turnava ‘o llatte ‘mpietto ‘a vaccarella
e ‘ncoppe ‘a vite ‘a primma pigna d’uva.
S’addurmeva ‘o dulore dint’ ‘e surche
d’ ‘a terra, ‘int ‘e fferite
cchiù annascose d’ ‘o core
mentre saglieva ‘o ffuoco ‘int’ ‘o Vesuvio
e primma ancora ca fernesse ‘a guerra
benette l’eruzzione.
Ma n’angelo vestuto ‘e primmavera
scennette a stuta’ ‘a lava
pe’ nun ferma’ ‘e surdate ca turnavano.
Sta mamma allora se renchiette ‘o scialle
cu ‘e sciure d’ ‘e gghianeste
ca lucevano ‘mmiez’ ‘e pprete nere
comme si tutte ‘e llacreme chiagnute
fossero addeventate schegge ‘e sole.
Salvatore Cangiani, Sorrento
1° premio sez. B
Motivazione della Giuria:
Dolce e amara la storia narrata in questa splendida poesia con versi altamente lirici e dal ritmo melodico, che denota una grande padronanza della lingua vernacolare napoletana. Dolce e amara nello stesso tempo, perche', in un unico quadro di dignitosa povertà ("Ogni sera na croce p'attizza' 'a lampa sott''a nu tiano 'e ramma attegnecuto…"), di nostalgica attesa ("E le pareva quasi 'e senti' 'o calore 'e l'ommo sujo partuto pe' gghi' 'a guerra…"), e di speranza ("E dint''a spiga s'ammaturava 'o ggrano, turnava 'o latte 'mpietto 'a vaccarella e 'ncopp''a vite 'a primma pigna d'uva…"), l'Autore riesce ad innestare la dolcezza di questa donna che, con lo scialle colmo di fiori di ginestra, corre incontro al suo sposo, il cui ritorno è reso possibile da "N'angelo vestuto 'e primmavera, sceso a stuta' 'a lava pe' nun ferma' 'e surdate ca turnavano…
----------------------------------
E nuje restammo
…’Na streppa ‘e sole, n’aria fatta ‘e niente,
tant’è liggera, ‘nu felillo ‘e viento,
‘na chiorma chiara ‘e nuvole ca’ passa,
n’auciello ‘ncopp’ ‘o rammo ca se spassa,
‘nu sorde ‘e luna ‘a sera ‘ncopp’ ‘o monte
ca te cunzola quanno ‘a luna sponta…
E nuje restammo!
E nuje restammo ‘nziem’ ‘o ffuoco muorto
cu ‘e braccia ‘ncroce e ‘o core appiso ‘a ciorta!
E comme ‘e furmechelle sfurtunate
ca portano ‘e mulliche ‘int’ ‘o pertuso,
malericenno ‘o juorno ca’ so’ nate,
forse ‘o sapimmo ca’ muntagna pazza
si po’ se’ scete, a tutte ‘nce scamazza.
Ma nuje restammo!
Mmiez’addore de’ pigne e de’ mimose,
vicino ‘a vocca ardente c’arreposa,
co’ chianto scunsulato de’ chitarre,
ca’ voce senza voce de’ guagliune,
‘ncantate dint’ ‘e suonne ca’ nisciuno
vulesse maje sunna’.
E nuje restammo!
Vicino ‘o ffuoco ca’ ‘nce volle ‘ncuorpo,
piglianne ‘a lava po’ surore ‘e Dio,
restanno ‘e figli da’ malinconia,
ca’ paura azzeccata dint’ all’uocchie
p’ogne scossa ca’ tremma ‘int’ ‘e ddenocchie.
Sì! Nuje restammo!
Cercanno ‘o senso ‘e chesta storia nosta
inutilmente: ‘a capa è troppa tosta!
E dint’ ‘e vvene addo’ se’ torce ‘o sole,
e fragne e mmore comme ‘a n’onn’a mmare,
nuje ‘nce criscimmo ‘a forza ‘e na’ canzone,
e “all’alba vincerò”, na vota ancora,
pe’ quant’overo esiste ‘o juorno e ‘a notte,
arricamammo meglio ‘e Pavarotte!
Adolfo Silveto, Boscotrecase (Na)
2° premio sez. B
Motivazione della Giuria:
Simbiosi di caparbietà e di melodico, nostalgico sentimento di attaccamento alla propria terra, alle proprie origini, questa poesia dai toni vibranti, impreziosita dal vernacolo napoletano che è sinonimo di passione e di forte intensità espressiva, simboleggia l'ormai eterno dissidio tra la necessità di sradicarsi dalle zone pericolose del territorio vesuviano, in vista di un malaugurato ma purtroppo possibile risveglio del nostro antico Vesuvio, e il desiderio forte, innato, di rimanere: "E nuje restammo", nonostante il pericolo, nonostante le piccole scosse telluriche di avvertimento, nonostante tutto, noi restiamo: è troppo intenso il sentimento che ci lega a queste terre, è troppo forte il dolore di un eventuale necessario distacco.
XXI Edizione. La lettera di Cinzia Marulli alla Giuria degli Studenti
Cerimonia di premiazione XVIII Edizione, 10/12/21
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